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Le eccellenze dell'Arcipelago

Per natura e per vocazione le isole rappresentano territori ideali per piccole produzioni che valorizzano i territori, recuperando mestieri e tecniche di lavorazione tradizionali. I prodotti agroalimentari, in particolare, costituiscono le “eccellenze” delle isole di Toscana la cui custodia risulta essenziale anche per la tutela della biodiversità.

La “nuova eccellenza” dell’Elba è incentrata sulla qualità dei vini locali, certificata dall’attribuzione di ben undici tipologie Doc. Punta di diamante della viticoltura elbana è l’Elba Aleatico Passito, primo vino delle isole minori ad ottenere la Denominazione di origine controllata garantita. Questo vino dal colore rosso rubino e dal sapore dolce è ottenuto da uve di Aleatico sottoposte all’appassimento all’aria. Attualmente risultano iscritti all’Albo dei vigneti dell’Aleatico Docg 42 ettari, gestiti da 18 aziende. Rispetto a due secoli fa, quando all’Elba c’erano 5mila ettari coltivati a vite, oggi si assiste ad un notevole ridimensionamento, ma non mancano i segnali di un’incoraggiante inversione di tendenza. Piccole ma significative produzioni vinicole si registrano anche a Capraia e soprattutto al Giglio, dove l’Ansonaco viene prodotto “eroicamente” su autentici fazzoletti di terra affacciati sul mare.

Tra i prodotti tradizionali dell’Elba, Giglio e Capraia figura anche il miele, ottenuto principalmente dalle fioriture di essenze mediterranee come rosmarino, cardo, erica, castagno e corbezzolo. Ottenuto quasi interamente con metodo biologico, il miele è un prodotto del tutto naturale, che non necessita di trasformazione nel passaggio dalla natura alle nostre tavole. Il miele di Capraia, in particolare, rientra tra i prodotti agroalimentari tradizionali toscani riconosciuti dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, insieme ai formaggi di latte di capra provenienti dalla stessa isola.

La lista dei prodotti agroalimentari tradizionali legati all’Arcipelago Toscano comprende anche due dolci: l’elbana schiaccia briaca e il panficato del Giglio. Il panficato utilizza i frutti dell’isola, i fichi e l’uva, seccati al sole su piastre di granito. Nella ricetta originaria al posto del vino, troppo costoso, veniva utilizzata la vinella ottenuta dai raspi lasciati fermentare. Simile al panforte senese, sembra derivare le sue origini proprio da Siena, da dove nel 1544 la famiglia de’ Medici trasferì forzosamente un nucleo di persone per ripopolare il Giglio decimato dalle scorrerie saracene. La schiaccia briaca risale al XIII secolo, quando iniziarono all’Elba le invasioni saracene. Ai pirati barbareschi si deve infatti l’utilizzo di prodotti tipici della cucina mediorientale come i pinoli e l’uva sultanina. La schiaccia diventò “briaca”, ovvero ubriaca, nell’Ottocento, quando all’impasto venne aggiunto l’Aleatico e l’alchermes che conferisce la tipica colorazione rossa. Fino alla metà del Novecento al posto dello zucchero si utilizzava il miele. Tipico dolce natalizio, l’assenza di grassi, uova e lievito rendeva la schiaccia briaca un prodotto adatto alla conservazione nelle cambuse dei marinai.

Il clima mite delle isole ha favorito la coltivazione dell’olivo, la cui produzione in termini quantitativi e qualitativi è andata crescendo specie negli ultimi anni. Dal 2011 l’olio elbano ha conquistato il marchio Igp, superando l’attento esame del consorzio toscano dell’olio. Il riconoscimento consente una tracciabilità totale per il consumatore, informato sul luogo dove l’olio è stato prodotto e la filiera seguita prima di arrivare sulla tavola finale. L’olio extra vergine di oliva prodotto all’Elba è ottenuto dalle varietà tradizionali di olivo come Frantoio, Leccino, Moraiolo e Pendolino. Le olive vengono raccolte a mano e subito portate al frantoio locale, dove si ottiene un olio extra vergine di prima spremitura a freddo, dal colore dorato e ricco di aromi.

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