Formiche

Formiche

Le formiche sono una grande famiglia di Imenotteri (uno dei più grandi ordini d’insetti) con poco più di 14.000 specie. In Italia vivono 270 specie con qualche endemita (specie esclusiva di un determinato territorio) presente soprattutto nelle isole maggiori.
Il possesso di un pungiglione pone le formiche tra gli Imenotteri Aculeati in compagnia delle vespe e delle api con cui condividono il comportamento eusociale. Questo comporta la stretta collaborazione tra gli individui, sia nelle cure parentali con la prole, svolte in modo continuativo nel tempo, sia nella divisione del lavoro che consiste nella manutenzione del nido e il foraggiamento per procacciarsi il cibo.
A differenza degli imenotteri solitari, gli adulti delle formiche e degli altri imenotteri sociali, vivono protetti all’interno di un nido, scavato nel terreno o nel legno morto, chiamato volgarmente “formicaio”. Questa riparo è costituito da varie camere intercomunicanti, alcune delle quali usate per la prole e altre come magazzini per il cibo. Un nido ospita (con alcune eccezioni) una sola famiglia di formiche, sono cioè una “colonia” costituita da numerose femmine e per un breve periodo di tempo, anche dai maschi. In dettaglio, la struttura sociale della colonia comprende quindi una o più madri, senz’ali (perché strappate dopo gli accoppiamenti o perché attere), chiamate regine, il cui compito è deporre le uova, poi sono presenti una moltitudine di figlie di piccole dimensioni, attere e sterili (con poche eccezioni in specie tropicali) sono cioè le operaie e i soldati costituenti ognuno una vera e propria casta morfologica, che si prodigano nei lavori domestici (cura delle prole e della regina, manutenzione del nido, foraggiamento) e nella difesa. I maschi alati assieme alle nuove regine vergini, sono destinate a perpetuare la specie ed appaiono di solito per qualche settimana in estate, nel cosiddetto periodo riproduttivo. La cosa che colpisce di più di una società di formiche è senza dubbio il comportamento comunitario. Ogni formica ha un suo preciso ruolo lavorativo, inoltre si muovono e si comportano all’unisono, come fossero parti di un unico individuo, La complessità dei ruoli e la cooperazione collettiva appaiono guidati da un entità superiore. Questo lo si percepisce ad esempio osservando le colonne di operaie intente a foraggiare il cibo. Decine di individui si muovono tutte nella stessa direzione sembrano rispondere ad una precisa regia o ad un capo. Ma non vi sono comandanti, è solo l’istinto comunitario a muoverle. In definitiva una colonia di formiche come quelle di altri insetti sociali interagisce nell’ambiente come fosse un “superorganismo”. Altri due aspetti importanti nelle formiche e che giocano un ruolo chiave nella biologia di molte specie, sono le modalità di fondazione
del nido è la simbiosi con altri organismi. La fondazione tipica è quella che vede una regina neo fecondata fondare da sola il nuovo nido, lo fa quindi in modo indipendente, mentre in altre situazioni la regina è accompagnata dalle operaie e in questo caso si avrà una fondazione dipendente (tipica ad esempio di varie specie invasive). All’interno di questo metodi fondativi vi sono poi molte varianti.

Le formiche sono tra gli insetti più comuni e diffusi in tutti gli ambienti. Che sia un prato o una densa foresta la presenza delle formiche contribuisce in maniera determinante agli equilibri dell’ecosistema (Folgarait 1998). Per esempio, l’attività di foraggiamento svolto da milioni di operaie permette ogni giorno la rimozione di una mole ingente di sostanza organica; le formiche svolgono quindi un’azione di spazzini ambientali. Gli effetti di questa attività sono vari: il trasporto, lo sminuzzamento e la trasformazione della materia organica da parte delle formiche rende disponibili nutrienti fondamentali per il sostentamento di batteri, funghi, vegetali e altri organismi ad essi associati; lo spostamento di semi può alterare la componente vegetale e la sua capacità di dispersione; l’attività di scavo dei nidi invece contribuisce all’ossigenazione del suolo, azione fondamentale per la sopravvivenza delle piante e l’attività biologica in generale. In genere, le piante sono sfruttate da molte formiche quale sito di nidificazione: i nidi sono insediati nelle parti morte dei tronchi e dei rami degli alberi, il che comporta in alcuni casi un aumento della porosità/fragilità del legno con possibili rotture o cedimenti. In altri casi i rapporti con le piante possono essere strettamente correlati, si pensi ad esempio alle formiche in simbiosi con le piante mirmecofite, che permette agli organismi coinvolti di prosperare. In base agli elementi fisici ed ambientali, caratterizzanti i biotopi, possiamo raggruppare le formiche in specie legate a luoghi ricchi d’umidità (specie igrofile), agli ambienti secchi e caldi (specie xerotermofile, termofile), ai terreni sabbiosi (specie psammofile, termofile), oppure alle spaccature delle rocce (specie lapidicole). In generale sono preferiti i terreni calcarei perché ricchi di pietre, sotto alle quali sono i nidi, oppure per le numerose fenditure tipiche dei calcari, luoghi ideali per nidificare. La quantità di luce nell’ambiente è un altro fattore importante, insieme al grado d’umidità del terreno. La luce regola gli orari di attività di foraggiamento e il volo nuziale. Molte specie cercano il cibo di giorno, al mattino o alla sera, solo alcune specie anche nelle ore più calde e soleggiate (specie eliofile). Le formiche amanti di un certo grado d’umidità e poca luce foraggiano al crepuscolo se non addirittura di notte. Lo stesso dicasi per i voli nuziali, regolati dalla temperatura, dalla luce e dall’umidità. Sono frequenti, ad esempio, i voli nuziali dopo i temporali.
Le formiche si adattano a tutti gli ambienti, compresi quelli modificati dall’uomo. Molte specie “antropofile” vivono nei giardini, nelle fenditure dei marciapiedi e nelle case delle città. A queste specie appartengono anche quelle estranee al territorio (alloctone o invasive), quindi importate con i traffici commerciali da tutto il mondo. Tali specie, soprattutto quelle poliginiche, una volta insediate entrano in competizione trofica con le formiche locali che nel tempo soccombono, in particolare nelle isole.
Nell’Arcipelago Toscano sono presenti 48 specie.
Da notare che il popolamento insulare toscano vede una prevalenza di specie della sottofamiglia Myrmicinae (27), cui fanno seguito le Formicinae (16), poi Ponerinae (3), Dolichoderinae (2) e Amblyoponinae (1). Nessun endemita è presente nell’arcipelago. In base alle preferenze alimentari le specie sono ripartite tra onnivore (21), nettarivore (17), carnivore (7) e granivore (4). Dal punto di vista etologico, le specie parassite sociali sono Camponotus universitatis, Plagiolepis xene e Tetramorium atratulum.

Per approfondimenti è possibile consultare la pubblicazione “Formiche dell’Arcipelago Toscano” pubblicata dal Parco Nazionale.

Ultimo aggiornamento

11 Settembre 2025, 19:42