
Monte Capanne: filoni aplitici
Il Monte Capanne (isola d’Elba), completamente granodioritico, rappresenta la più grande massa intrusiva affiorante della Provincia Magmatica Toscana. Dai dati geochimici si ipotizza che questa massa sia stata originata da un magma derivato dalla fusione parziale di sedimenti argillosi metamorfosati. Intorno a questa massa granitica si distribuirono i filoni aplitici, porzioni di magma incandescente che, infilandosi nelle spaccature delle rocce preesistenti (granodiorite), si raffreddarono velocemente. Durante questo processo si formarono nuovi cristalli, tipicamente zonati, quali la tormalina, il berillo, e i granati. I cristalli più belli si formarono nei nuclei quarzosi al centro dei filoni.
La tormalina, se presente, è un indicatore del grado di evoluzione di questi. Tale minerale, potendo cambiare di composizione durante la crescita, registra il mutare delle condizioni chimiche dell’ambiente in cui si forma; tale mutamento si traduce in un cambiamento di colore dei cristalli, che con grado di evoluzione via via maggiore passano dal nero, al verde, al giallo, al rosa ed al rosso. I filoni possono avere forme regolari e irregolari ed hanno spessori che da qualche millimetro raggiungono circa 2 metri e lunghezze che possono arrivare a 15-20 metri. I filoni aplitici sono ben individuabili lungo il perimetro del comprensorio del Monte Capanne e si riconoscono come strati più chiari all’interno di ammassi rocciosi di colorazione più scura. Le cristallizzazioni di minerali più belle si trovano soprattutto lungo il margine orientale, nelle località di S. Piero e S. Ilario. Molti degli spettacolari cristalli di tormalina presenti nei musei di tutto il mondo provengono sicuramente dai filoni aplitici elbani.