All’Elba e a Capraia tre giornate di incontri internazionali organizzate dal Parco Nazionale Arcipelago Toscano e dedicate alla tutela dell’ambiente marino
Data:
19 Settembre 2025

Si sono conclusi nella sede del Parco Nazionale Arcipelago Toscano all’Elba e nell’Isola di Capraia, i Comitati di Pilotaggio dei progetti europei NEPTUNE EVOLUTION e TALASSA, insieme al convegno sulla “citizen science” che ha visto una partecipazione attenta e numerosa e il contributo di esperti provenienti da Italia e Francia.
Il 17 settembre si è riunito il 2° Comitato di Pilotaggio del progetto NEPTUNE EVOLUTION, e il 18 pomeriggio invece quello del Progetto TALASSA, occasioni importanti di confronto e programmazione strategica per rafforzare azioni e iniziative ai fini della valorizzazione delle aree protette e dei siti marini, del miglioramento dello stato di conservazione di habitat e specie target, nonché del rafforzamento della governance transfrontaliera dei siti protetti, facilitando la collaborazione istituzionale, la condivisione delle competenze e il coinvolgimento degli stakeholder locali, incluse le imprese.
Il 18 settembre, sempre all’Enfola, si è svolto il convegno “La scienza partecipata per la tutela dell’ambiente marino – esperienze a confronto tra Italia e Francia”, organizzato dal Parco Nazionale Arcipelago Toscano e dalla Regione Toscana. L’incontro ha messo al centro il tema della “citizen science” ovvero le esperienze a confronto e le buone pratiche per il coinvolgimento diretto dei cittadini nella ricerca scientifica e nel monitoraggio ambientale. I lavori sono stati aperti dal Direttore del Parco, Maurizio Burlando e introdotti dalla Dott.ssa Gilda Ruberti della Regione Toscana, per poi proseguire con numerosi interventi di esperti, ricercatori, università, rappresentanti di enti gestori di aree protette e fondazioni impegnate nella tutela della biodiversità marina. L’incontro ha rappresentato un interessante e stimolante momento di confronto con l’obiettivo comune di valorizzare le esperienze di “citizen science” ovvero tutte quelle attività in cui cittadini, volontari e appassionati collaborano attivamente con il mondo scientifico nella raccolta e nell’interpretazione dei dati ambientali. I vari interventi hanno messo in luce come la scienza partecipata possa rappresentare uno strumento concreto ed efficace per supportare le azioni di conservazione della biodiversità marina. Grazie al contributo di subacquei, escursionisti, pescatori, scolaresche e semplici frequentatori del mare, è oggi possibile monitorare in modo più capillare e tempestivo lo stato di salute degli ecosistemi marini, rilevare la presenza di specie aliene, segnalare fenomeni anomali o cambiamenti ambientali, e contribuire a costruire una base di conoscenza condivisa tra scienza e società. Particolare attenzione è stata dedicata al valore educativo della “citizen science”, non solo come strumento di divulgazione, ma come reale occasione di apprendimento attivo e coinvolgente, in grado di avvicinare studenti e cittadini ai temi dell’ecologia, della sostenibilità e della gestione del patrimonio naturale. In questo senso, sono stati presentati anche percorsi didattici e progetti comunitari dedicati allo studio e alla valorizzazione del patrimonio sommerso, con l’obiettivo di renderlo accessibile a un pubblico sempre più ampio e consapevole, anche attraverso l’uso di tecnologie digitali, attività sul campo e laboratori partecipati. Un altro tema centrale emerso durante il convegno è stato il ruolo della scienza partecipata nella pianificazione degli ecosistemi marino-costieri. In un contesto in cui i cambiamenti climatici, la pressione antropica e la perdita di biodiversità impongono risposte rapide e fondate su dati aggiornati, il coinvolgimento attivo delle comunità locali può diventare un alleato prezioso per rendere le politiche ambientali più efficaci, condivise e radicate nei territori. Non si tratta solo di raccogliere informazioni, ma di promuovere una nuova cultura della partecipazione, in cui la tutela del mare non è affidata esclusivamente agli specialisti, ma diventa responsabilità diffusa e valore comune. Il convegno ha dunque tracciato una direzione chiara: costruire alleanze tra scienza e società, valorizzare le buone pratiche già attive nei territori del Mar Ligure e del Tirreno settentrionale, e promuovere una governance ambientale più inclusiva, in grado di trasformare l’osservazione dal basso in strumento di cambiamento reale.
Oggi 19 settembre l’appuntamento si è spostato all’Isola di Capraia, dove i partner italiani e francesi dei progetti NEPTUNE EVOLUTION e TALASSA hanno partecipato ad una visita tecnica con i pescatori locali, accompagnata da dimostrazioni pratiche di buone tecniche di pesca finalizzate a ridurre il “by-catch” (ossia la cattura accidentale di esemplari di specie marine catturate accidentalmente durante le operazioni di pesca non mirate a loro), a testimonianza della collaborazione concreta tra ricerca scientifica, istituzioni e comunità locali.
I Comitati di Pilotaggio dei progetti Interreg hanno rappresentato un momento centrale per la definizione delle linee guida e degli obiettivi futuri, garantendo qualità ed efficacia delle azioni da intraprendere a livello transfrontaliero. Le tre giornate, realizzate nell’ambito del Programma Interreg Marittimo Italia-Francia 2021–2027, hanno confermato il valore assoluto della cooperazione europea e delle virtuose collaborazioni che il Parco Nazionale ha attivato con i diversi partner toscani, sardi, liguri e francesi per lo scambio e l’implementazione di pratiche innovative di governance, ricerca e partecipazione a tutela dell’ambiente marino e delle comunità che vivono e lavorano nelle isole e lungo le coste del Mar Mediterraneo.


Ultimo aggiornamento
19 Settembre 2025, 13:45