Prosegue all’Isola d’Elba il progetto di riqualificazione dei muretti a secco, simbolo del paesaggio e presidio contro il dissesto

Data:
13 Agosto 2025

Prosegue all’Isola d’Elba il progetto di riqualificazione dei muretti a secco, simbolo del paesaggio e presidio contro il dissesto

Non si tratta solo di pietre sovrapposte con maestria. I muretti a secco che costellano le isole dell’Arcipelago Toscano sono molto di più: sono tracce vive della storia contadina, testimonianze di un sapere antico e, oggi, strumenti strategici per la difesa dell’ambiente e del territorio. È in questa ottica che prosegue il progetto di riqualificazione avviato dal Parco Nazionale Arcipelago Toscano, con il secondo lotto di interventi avviati nel maggio scorso nel territorio del Comune di Marciana, nell’Isola d’Elba. Il progetto – finanziato dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica con fondi inseriti in un più ampio programma di sostegni destinati ai Parchi Nazionali per la riqualificazione delle infrastrutture verdi – punta al recupero di circa 700 metri cubi di murature a secco e al consolidamento di 200 metri quadrati di paramenti murari in aree fragili e di alto valore paesaggistico. Dopo il primo lotto avviato nell’Isola di Capraia, le zone interessate dal secondo lotto sono i sentieri storici attorno a Marciana e nella valle di Pomonte, già soggette a fenomeni di dissesto idrogeologico. Nell’ambito dell’impegno complessivo del valore complessivo di 1.366.000 euro, i lavori all’Elba prevedono un investimento di oltre 500.000 euro.

Attualmente, nel suggestivo sentiero 101 che da Marciana conduce all’eremo di San Cerbone, sono stati completati importanti tratti di ricostruzione. Qui, come altrove, il muro a secco non è un semplice elemento funzionale del paesaggio, ma una parte integrante della sua identità culturale. Le tecniche costruttive tradizionali, tramandate per generazioni e oggi riprese fedelmente dagli operatori incaricati, permettono di ricostruire senza malte strutture capaci di resistere per decenni, integrandosi armoniosamente con l’ambiente. Questi interventi non sono solo opere di manutenzione, ma veri e propri atti di rigenerazione culturale e ambientale. Recuperare un muro a secco significa ricollegarsi alla storia del territorio, rafforzare la sua resilienza e promuovere un turismo più consapevole e rispettoso.

«Oltre al valore storico e paesaggistico – spiega il Direttore del Parco, Maurizio Burlando – i muretti a secco svolgono funzioni ecologiche e idrauliche fondamentali: rallentano il deflusso delle acque piovane, favoriscono l’infiltrazione nel terreno, contrastano l’erosione e stabilizzano i versanti. Sono, in sostanza, infrastrutture verdi ante litteram, oggi tornate al centro dell’attenzione anche grazie alle politiche europee sulle Nature-Based Solutions. La loro presenza – prosegue Burlando – favorisce inoltre la biodiversità locale, offrendo rifugio a insetti, piccoli rettili e specie vegetali che trovano tra le fessure del muro un microclima ideale».

«Gli interventi previsti dal Parco sono realizzati con la massima cura, evidenzia l’Arch. Giovanni De Luca, responsabile dell’Ufficio Tecnico del PNAT. Si lavora esclusivamente con pietra locale, rispettando geometrie, proporzioni e metodi costruttivi originari. Ogni cantiere parte da una valutazione tecnica puntuale delle condizioni del muro, per garantire il recupero più fedele possibile. Laddove necessario, si procede con il consolidamento della base e il ripristino della parte sommitale, spesso danneggiata o divelta».

Al termine degli interventi realizzati a Marciana alta, partirà il cantiere programmato nella valle di Pomonte, mentre con l’autunno avranno inizio i lavori per le murature a secco nell’Isola di Pianosa.  Con questo progetto, il Parco Nazionale Arcipelago Toscano si fa promotore di una visione nuova e lungimirante della conservazione del paesaggio: non un’azione nostalgica, ma un investimento concreto nella resilienza del territorio, nella valorizzazione del capitale naturale e nel rafforzamento del senso di appartenenza delle comunità locali. I muretti a secco, oggi riconosciuti anche dall’UNESCO come patrimonio immateriale dell’Umanità, sono un simbolo del Mediterraneo rurale e della sua capacità di adattamento. Restituire loro stabilità e dignità significa rafforzare le difese naturali contro i cambiamenti in corso e offrire alle generazioni future un paesaggio integro, narrativo, vivo.

Ultimo aggiornamento

13 Agosto 2025, 11:57