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Life + Montecristo 2010

Uno dei principali obiettivi del progetto è eliminare alcune specie alloctone da due Isole dell'Arcipelago Toscano, Montecristo e Pianosa. Le isole, sottoposte a massimi livelli di tutela, sono state oggetto in passato di introduzioni di specie animali e vegetali che attualmente minacciano la fauna e la flora originale.

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Recuperati tramagli e palamiti in piena area protetta a Giannutri

 Nelle due giornate 18 maggio e 3 giugno 2010 sono stati  localizzati e recuperati: un tramaglio di oltre 200 m in zona “1”, loc. Grottoni, e individuati altri grossi tramagli a Capel Rosso, a Cala Brigantina e a Punta San Francesco. Sono stati inoltre rilevati diversi spezzoni di palamiti che avvolgono tuttora, come una ragnatela, le pareti da Punta San Francesco a Cala dello Scoglio.

rectramaglio

Il recupero del tramaglio è stato necessario per evitare che costituisse  una trappola continua per pesci e crostacei. E'stato rimosso dalla parete, avvolto su se stesso ed adagiato su un fondale sabbioso, è stato poi imbracato e sollevato dal fondo con un pallone da sollevamento da 250 Kg e successivamente issato a bordo manualmente dagli equipaggi delle due motovedette di supporto. Evidenti i danni causati alla parete, visti i numerosi frammenti di corallo morto, gorgonie e posidonia rinvenuti nella rete. I volontari hanno riscontrato anche il peggioramento delle condizioni della parete di Capel Rosso, dove il corallo risulta del tutto asportato ad eccezione di piccolissimi rametti posizionati negli angoli più difficili da raggiungere.

L’operazione non è stata facile ed ha avuto bisogno di tutta la professionalità e buona volontà delle persone intervenute anche per le difficoltà causate dalle condizioni meteo marine.

Il Parco Nazionale Arcipelago Toscano plaude alle iniziative di bonifica e di monitoraggio delle aree protette a mare dell’Isola di Giannutri, proposte e coordinate da Moreno Soldi, guida Parco, già promotore di altre attività di volontariato per la pulizia di fondali dell’isola.

Nell’anno dedicato alla Biodiversità questa è un’azione concreta che insegna quali siano i danni del bracconaggio e come sia urgente correre ai ripari per tutelare il nostro mare. Per questo il Parco ringrazia per l’impegno e lo spirito d’iniziativa, oltre al promotore, tutti i volontari che hanno preso parte all’operazione a proprie spese:

 

Diving “Pelagos” di Porto Ercole (Di Vita David);

Diving “Il Nostromo” (Aggio Luigina e Coccoluto Maurizio) con imbarcazione “Gigliola”;

Squadra Nautica del C.F.S. di Monte Argentario dipendente dal Coordinamento Territoriale per l’Ambiente di Portoferraio (Ass.C. Gabrielli Massimo, Ass.C. Signori Claudio, Ass. Bergamaschi Riccardo e Ag.Sc. Biagiola Paolo);

Polizia di Stato – Questura di Grosseto – Squadra Nautica di Talamone (Sovr. Antonaci Salvatore, Ass.C. Cicuto Riccardo e Ass. Filardi Gianfranco);

Istruttore F.I.P.S.A.S. Grosseto Biagini Fabio;

Montecristo cuore selvaggio del Parco

di Mario Tozzi 

montecristosito

 

Ogni volta che si parla dell'isola di Montecristo si riaprono vecchie questioni che, evidentemente, covano sotto la cenere mai spenta dell'assalto alla natura incontaminata. Non ci riferiamo alle parole del Ministro Prestigiacomo, sulle quali pure coltiviamo opinioni diverse, ma su vari commenti che parlano di isola chiusa per colpa del parco e di natura intangibile. Per prima cosa ribadiamo che l'isola di Montecristo non è affatto inaccessibile, né riservata ai soli vip, come ormai è luogo comune, anzi: grazie al Parco, e in accordo con il Comune di Portoferraio, dal 2008, 100 residenti  di Portoferraio e 300 studenti delle scuole dell'Arcipelago, una volta l'anno, possono visitare l'isola con il supporto di guide esperte e del Corpo Forestale dello Stato. il numero complessivo delle visite è di mille unità annuali, cui si aggiungono altre centinaia di accessi limitati a una discesa a terra: in tutto meno di duemila persone ogni anno posso regolarmente scendere su Montecristo nell'ambito di visite ambientalmente consapevoli. Inoltre l'accesso è sempre consentito per finalità di studio, ricerca e documentazione. L'ìsola è stata sì chiusa, ma quando era bandita di caccia dei reali d'Italia o di aristocratici notabili, o quando è stata sede di colonia penale. Forse non tutti sanno che Montecristo è, ancora prima che Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano dal 1996, Riserva Naturale dello Stato (DM 4 marzo 1971), Riserva naturale biogenetica dal 1977, ZPS (Direttiva79/409/CEE) IT5160015), SIC (Direttiva 92/43/CEE) IT5150014. In tutto il mondo le aree protette hanno sempre un "cuore selvaggio" inaccessibile che però rende pregio a tutto il resto: Montecristo è il cuore selvaggio del Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano e per questa ragione è giustificata la sua accessibilità regolamentata. L'area è diplomata dal Consiglio d'Europa dal 1988. 

 

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La versione di Tozzi

Sono rimasto sorpreso - e anche un po' deluso - dalle reazioni a una mia intervista sulla questione ambientale all'Elba che preludeva alla presentazione del mio ultimo libro "Nel nome del parco, un anno sull'arcipelago" appena uscito per Effequ. Avrei voluto suscitare un dibattito ragionato, ma il grido della pancia precede spesso la voce della ragione, anche negli individui più moderati. Non  parliamo poi dei portatori di interesse, di chi ignora le questioni ambientali o di chi è in malafade. Ma andiamo con ordine. Sono almeno tre anni che faccio presenti le mie preoccupazioni sul futuro dell'arcipelago toscano, se i suoi  amministratori non sceglieranno decisamente e con coraggio la strada della protezione ambientale, rinunciando a quella bulimia costruttiva che ha caratterizzato l'isola per decenni. Non ho detto che l'Elba è cementificata, ma che rischia grosso, visti i numeri, come quelli delle sanantorie e delle seconde case. Concetti ampiamente condivisbili, mi pareva, eppure c'è ancora chi continua a sostenere che qui si è costruito poco e che si dovrebbe puntare al modello Malta, un'isola distrutta dal punto di vista ambientale e sociale e ridotta a una piattaforma di cemento sul mare. E sono almeno tre anni che gli amministratori elbani insorgono, offesi non si sa bene da cosa, e che non rispondono nei contenuti, ritenendo antipatiche le forme

.

            Oggi però qualcosa è cambiato e inviterei i sindaci dell'Elba a prestare attenzione ai segnali che provengono dalla società civile e dal resto della Regione Toscana e del paese. Infatti il rischio da me paventato  non è solo una mia versione (dettata da chissà quale interesse di parte), ma ormai qualcosa di condiviso, a partire dalla "gente": i lettori de Il Tirreno, per esempio, che mi invitano a non mollare; chi partecipa a blog tradizionalmente a me ostili, che oggi si dividono anche a mio favore; i turisti, che mi mandano decine di mail o messsaggi su faceboock dello stesso tenore; gli intellettuali toscani e non, che sostengono le mie stesse posizioni (Settis per tutti); i partiti del centro-sinistra, che, fatta eccezione per il Pd elbano, si schierano in blocco con me. Anche il direttore de Il Tirreno  Bernabò parte dalle mie considerazioni per un editoriale di prima pagina (intitolato significatimente "la guerra del mattone") in cui, al di là dei toni, si invita a scegliere un modello si sviluppo meno legato al cemento. E ancora: non solo Alberto Asor Rosa, ma anche il nuovo assessore all'urbanistica regionale Anna Marson, con il sostegno del neo presidente Rossi, esprimono concetti simili ai miei, facendo intravedere una sterzata a centottanta gradi ("troppa autonomia costruttiva ai comuni"): il periodo di Conti sembra per fortuna chiuso per sempre. E un esponente importante del Pd livornese, il sindaco di Piombino Gianni Anselmi, dopo un pubblico dibattito in cui ho illustrato lo stesso rischio sulla costa, mi ringrazia e raccoglie il mio invito ad avere più coraggio nella costruzione di distretti di qualità ambientali in Toscana. Tutti costoro sostengono pubblicamente gli stessi concetti espressi da me e che Legambiente arcipelago irrobustisce da anni con dati e esempi. Il presidente del Parco dell'arcipelago non è più solo, mi pare.

Qualche eccezione c'è, va riconosciuto, anche fra gli amministratori elbani: sostanzialmente il sindaco di Portoferraio mi da ragione sul passato e dice che i nuovi strumenti urbanistici comunali non permetteranno più quegli scempi: bene, questo lo vedremo nel tempo. Il sindaco di Capoliveri, che non mi muove critiche dirette, o quello di Marciana che addirittura non si pronuncia affatto (ben sapendo che l'Ente Parco è forse l'unico in grado ancora di "aiutare" i comuni) o quello di Rio nell'Elba, che non si sbilancia. Ma c'è anche qualche consigliere del parco che mi concede "filosoficamente" ragione (è già qualcosa) e un ex sindaco del Giglio che mi difende a spada tratta. Qualche crepa nella diga. Insomma si riconosce che, se in Italia si consumano 250.000 ettari all'anno di territorio, una parte la fa anche la Toscana (che da sola ne brucia quanto il Regno Unito) e, per forza di cose, anche l'Elba. Certo è più comodo sentirsi dire che tutto va bene e che non bisogna cambiare rotta: ma l'impressione è che rimarrano in pochi, asserragliati come quei giapponesi che non volevano rassegnarsi alla sconfitta in guerra e che sono rimasti per anni nascosti nella giungla. Per far finire l'età della pietra non è necessario che finiscano le pietre. Oh, è una metafora, che nessuno si offenda, vi prego.

 

Mario Tozzi

 

Marciana primo comune a tutela di rondini e rondoni

 

rondone.marciana

Nell'anno della biodiversità il Comune di Marciana è il primo comune in Italia a modificare il regolamento edilizio in favore della nidificazione di rondini e rondoni 

Una delibera di un Comune pro rondini e rondoni  non è cosa di tutti i giorni. Il Comune di Marciana (Li) all'isola d'Elba il cui territorio è compreso nel Parco nazionale dell'Arcipelago toscano ha da ieri (25/5/2010 ndr)  un nuovo regolamento edilizio che tende a ripristinare le vecchie tegole con i coppi aperti nella prima fila proprio per permettere l'ingresso ai rondoni che usano le cavità per riprodursi. Il Rondone (Apus apus) è una specie che vive sempre volando (addirittura dorme in volo) e, per via delle lunghissime ali e delle zampe corte, non è in grado di posarsi a terra per raccogliere fango e costruire un nido come fanno le rondini ma quando deve nidificare cerca cavità nei muri o sotto le tegole dove penetrare e formare un abbozzo di nido cementato con saliva; poi per uscire raggiunge l'ingresso della cavità lasciandosi cadere nel vuoto senza dovere decollare da terra. Per questo il Comune ha deliberato che nelle future ristrutturazioni i coppi dei tetti non vengano più chiusi. E' stato anche deliberato di adottare tutta una serie di misure tecniche per mantenere aperti gli accessi ai nidi di Rondine(Hirundo rustica) e per agevolare la costruzione dei nidi di Balestruccio (Delichon urbica) sotto i cornicioni tramite l'utilizzo di intonaco rugoso. Negli ultimi anni in tutt'Europa i rondoni sono calati enormemente (40-50% in Gran Bretagna) di numero per il fatto che i nuovi palazzi e soprattutto le ristrutturazione dei vecchi,  viene praticata la chiusura di tutti i fori lungo le pareti e sui tetti . Fori a cui gli uccelli accedevano ogni anno dopo 15.000 chilometri di migrazione provenendo dai luoghi di svernamento in  Africa . "Le trasformazioni edilizie sono la causa principale di diminuzione delle specie che da secoli  nidificano in città sugli edifici dell'uomo " ha dichiarato il Sindaco di Marciana Anna Bulgaresi e a ha aggiunto" con questa delibera il nostro Comune, forse primo in Italia, vuole dare un segnale positivo a tante altre amministrazioni affinchè con poco sforzo si tutelino le nostre rondini e i nostri rondoni.  Il fatto che la delibera sia stata approvata con voto bipartisan significa che operare bene per la tutela dell'ambiente fa superare pregiudizi e steccati ideologici trovando il consenso della  gente  ". Franca Zanichelli, direttore del Parco nazionale dell'Arcipelago toscano ha dichiarato: "Siamo orgogliosi come Parco che il Comune di Marciana abbia operato una scelta concreta a favore dell'ambiente. Nell'anno della biodiversità non poteva esservi segnale migliore da parte di un comune compreso nel perimetro del Parco nazionale che dà un esempio positivo a tutti. Le popolazioni di rondini e balestrucci nel Parco sono in discrete condizioni mentre i rondoni proprio a causa della chiusura dei loro siti riproduttivi sono in forte calo rispetto al passato. Si pensi che una coppia di questi uccelli è in grado di catturare ogni giorno 6000 insetti di cui il 90% è costituito da mosche e zanzare.. Rondini e rondoni,che potremmo definire  insetticidi naturali, sono fondamentali non solo per gli equilibri ecologici ma anche per la difesa della salute umana".

 

Avviso selezione operatori per affidamento lavori su opere pubbliche

Il Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano, ha necessità di procedere con celerità all'appalto di alcuni interventi di manutenzione straordinaria, messa in sicurezza di strade sentieri e riqualificazione ambientale di parti di territorio, con particolare riferimento alla categoria OG13, ricadenti all'interno del perimetro dell'Ente

vedi il documento

Avviso di selezione per redazione Regolamento del Parco

 

 

AVVISO di SELEZIONE

Conferimento  di incarico professionale per la redazione del Regolamento del Parco ai sensi dell’art. 11 della Legge 394/91 e s .m e i..

 

Scadenza ore 13 del 31 maggio 2010

La documentazione utile è reperibile alla voce Avvisi e notificazioni dell'Albo pretorio di questo sito  o direttamente su  questo link

 https://www.islepark.it/index.php?view=cmsdoc&id=95&option=com_cmsdoc&Itemid=51&lang=it

 

 

 

Sabato 1° maggio al Giglio "Canzoni a carburo"

locandina--

Il Parco Nazionale Arcipelago Toscano e  Italia Nostra Sezione Elba-Giglio, in collaborazione con il Comune dell'Isola del Giglio, hanno organizzato la serata dedicata alla memoria dei minatori,  nell'ambito del Walking Festival 2010.

L'appuntamento è  per sabato 1°maggio alle ore 19:30, presso il locale all'aperto "Maneggio Disco Bar il Pianello" immediatamente sotto l'abitato di Giglio Castello. La serata a ingresso libero, sarà aperta dal Presidente del Parco Mario Tozzi, dal sindaco del Giglio Ortelli e da Marina Aldi per Italia Nostra.  Seguirà il concerto di "Canzoni a carburo" del duo "Secondamarea" e una conferenza del dr. Tassoni sulle miniere del Giglio e dell'Elba.

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Portoferraio  (LI) 57037 - Località Enfola n.16 

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