
Elba - L'Oasi delle orchidee
Lunghezza: 20 Km circa
Difficoltà: tratto impegnativo se percorso completamente.
Come si raggiunge
Lungo il promontorio del Calamita, nel versante sud-orientale dell'isola, sono facilmente individuabili numerosi percorsi che girano intorno alla montagna capoliverese e ne attraversano i pendii. Fra questi una comoda viabilità a bassa quota, costituita dalla vecchia strada sterrata mineraria, parte dal Municipio di Capoliveri per dirigersi a sud mantenendosi pianeggiante (165 m slm) per un buon tratto. Giungendo in prossimità dei cantieri della miniere capoliveresi, si continua fino alla fattoria delle Ripalte (221 m slm) dove termina l'accessibilità agli automezzi. Una viabilità più elevata è pure accessibile dalla piazza del Cavatore, da dove parte una piccola strada che, dopo essere passata in prossimità del locale Comando dei Carabinieri, conduce con una ripida salita fino al crinale delle Cavallacce. Qui termina l'accessibilità ai mezzi motorizzati e poco più avanti la strada incontra un trivio: sia a destra che a sinistra si imbocca l'anello che gira intorno alla cima del monte Calamita mentre la strada centrale sale verso il Radiofaro dell'Aeronautica Militare. Su questi itinerari maggiori si innestano altri percorsi. (vedi anche il Percorso del Calamita).
Cosa si può osservare
Nella proposta di un itinerario dedicato all'osservazione delle orchidee è stato deciso di indicare tutti i percorsi che attraversano il territorio del Calamita permettendo così una più vasta esplorazione dell'ambiente naturale e l'incontro con diversi habitat e quindi aumentare la probabilità di osservare le varie specie di orchidee che fioriscono già sul finire dell'inverno fino a giugno. In estate possiamo vedere gli steli ormai rinsecchiti perché la parte viva rimane sotto terra. La famiglia delle Orchidacee comprende specie a serio pericolo di estinzione, quindi la raccolta degli esemplari non è consentita neppure per motivi di studio. È necessario inoltre ricordare che anche la raccolta in natura degli esemplari spontanei ai fini di trapianto rappresenta un gesto inutile in quanto una volta allontanati dal loro habitat naturale queste piante avrebbero pochissime possibilità di sopravvivere per il delicato equilibrio che regola la loro biologia.