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Ubicazione

Difficoltà percorso

Venerdì, 17 Settembre 2021 15:54

Rosmarino

Il Rosmarino (Rosmarinus officinalis) è un arbusto sempreverde alto da 30 cm a 2-3 m, ha portamento eretto nelle zone più riparate, mentre sulla costa i suoi rami sono tipicamente prostrati. Ha radici profonde, fibrose e resistenti e fusti legnosi di colore marrone chiaro, molto ramificati. Le foglie persistenti e coriacee, di colore verde cupo lucente sulla pagina superiore e biancastre su quella inferiore per la presenza di peluria bianca, sono addensate numerosissime sui rametti. I fiori sono presenti tutto l'anno, il culmine della fioritura avviene dopo le prime piogge in autunno e all'inizio della primavera. Caratterizzato dall'aroma inconfondibile ha numerose proprietà: antiasmatico, antinfiammatorio, antireumatico, balsamico, depurativo, diuretico e fluodificante. Specie prevalente nelle garighe a dominanza di rosmarino e cisto marino, basse (generalmente non più di 0,5-0,7 m) e dense, diffuse soprattutto sui versanti meridionali, ad altitudini non superiori a 200 m su suoli con elevata presenza di rocce (litosuoli), sia su graniti (parte meridionale del comprensorio del Monte Capanne), sia su rocce metamorfiche (fra Chiessi e Fetovaia), sia su rocce ofiolitiche (pendici che guardano il Golfo Stella), sia su calcari (parte nord orientale del Monte Grosso). Lungo la strada panoramica fra Fetovaia e Pomonte e nella zona dell'ex miniera a Capoliveri queste garighe sono presenti con una varietà più termofila, caratterizzata cioè dalla presenza di specie che prediligono temperature alte come l'erba dei frati (Globularia alypum).

Pubblicato in Macchia mediterranea
Venerdì, 17 Settembre 2021 15:56

Scopa

La Scopa (Erica arborea) è un arbusto o alberello sempreverde alto da 1 a 6 m dalla corteccia rossastra, portamento eretto e con numerosi rami pelosi, densamente irsuti, utilizzati per fare scope per uso domestico. Le foglie sono aghiformi, persistenti e coriacee, verde scuro, normalmente in verticilli (inseriti sullo stesso asse e piano) di quattro, con margine dentellato. I fiori che appaiono nel periodo marzo-maggio sono piccoli, penduli, molto numerosi, di colore bianco-crema o rosa tenue, riunite in ricche infiorescenze (raggruppamento di rami che portano fiori) terminali. La parte basale del fusto ingrossata e nodosa è chiamata ciocco, utilizzato per realizzare pipe in quanto durissimo, leggero e resistente al calore (capacità ignifuga legata alla presenza di silicio, un minerale massivamente assorbito dalla pianta durante il suo ciclo di vita). Diffusa ovunque, dal livello del mare alla vetta del Monte Capanne. Predilige terreni acidi, poco esigente in fatto di fertilità del suolo, si insedia facilmente sui terreni aridi. Pur essendo specie molto infiammabile è in grado di riprodursi negli ambienti percorsi dal fuoco. E' specie prevalente nelle macchie alte miste a dominanza di Erica arborea e Arbutus unedo, i cosiddetti erico-arbuteti, il tipo di vegetazione che all'Elba occupa la maggiore superficie e in gran parte dell'isola rappresenta il tipo di vegetazione più evoluto che presenta buone potenzialità per evolvere verso il livello più elevato, detto climax, costituito dalla lecceta. Gli erico-arbuteti sono particolarmente estesi nella parte centrale dell'isola, fra Procchio, Marina di Campo e Lacona e nei versanti settentrionali e occidentali del comprensorio del Monte Capanne.

Pubblicato in Macchia mediterranea
Venerdì, 17 Settembre 2021 16:19

Tarassaco

Nome scientifico: Taraxacum officinale

Denominazione locale: dente di leone, dente di cane, piscialletto, radicchio, radicchio selvatico,soffione, tarasago.

Usi medicinali: attivatore epatico, depurativo, diuretico, spasmolitico

Osservazioni: la medicina popolare elbana somministra oralmente il decotto di foglie per depurare l’organismo e stimolare le funzioni epatiche; nei territori di Rio nell’Elba si consiglia di berne due bicchieri/ die, uno la mattina a digiuno e l’altro dopo pranzo. È altresì considerato un ottimo diuretico (Lacona-Capoliveri, Poggio-Marciana, Portoferraio) e spasmolitico (Lacona) in caso di mal di pancia. All’isola del Giglio (G. Campese) è usanza assumere oralmente il decotto di foglie di tarassaco in associazione con Fumaria officinalis (parte epigea), Cicorium intybus (foglie) e Borago officinalis (foglie) per depurare il corpo in caso di lievi forme di intossicazione, affezioni epatiche, durante i cambi di stagione, nonché in presenza di malattie virali e batteriche. La tradizione popolare specifica di raccogliere, di preferenza, le foglie prima della fiorituraopolare.

Curiosità: a Procchio (Marciana) ai bambini si dice di non toccare il “fiore” perché è credenza popolare che possa indurre l’enuresi notturna.

Usi alimentari : le foglie si consumano fresche in insalata o lessate, spesso ripassate in padella. Nei territori di Marciana con la radice tostata e macinata si preparava una bevanda simile al caffè.

Pubblicato in Piante medicinali
Venerdì, 17 Settembre 2021 16:24

Vitalba

Nome scientifico: Clematis vitalba

Denominazione locale: piumosa, viticci, villucchieri/o, velucchiello, viticcio.

Usi medicinali : antireumatico, antimialgico, antiemicranico, antinevralgico

Osservazioni: in località Bagnaia (Rio nell’Elba) le foglie fresche e ben contuse vengono applicate localmente nel trattamento dei dolori reumatici, muscolari e sulla fronte in caso di emicrania; in alternativa si usa il macerato di foglie in alcool etilico o in olio d’oliva. A Capoliveri con la stessa metodica, pianta contusa e applicata localmente, si tratta la sciatica. Si usa anche la specie affine C. flammula. A Colle d’Orano e a Patresi (Marciana), gli anziani si ricordano che talune persone, in passato, per ‘darsi malato’ e non andare al lavoro si procuravano lesioni cutanee usando le foglie fresche in applicazioni topiche; infatti la presenza, nelle foglie, del lattone protoanemonina è capace di provocare dermatosi da contatto.

Usi alimentari: i giovani getti, dopo averli bolliti, si usano per preparare frittate e ripieni. Ricordiamo che questa tradizione culinaria non è particolarmente diffusa sul territorio elbano.

Usi artigianali: i rami sono adoperati per realizzare i graticci o seccaiole su cui stendere la frutta a essiccare; questi hanno una forma simile alle ciaspole da neve. L’orlo periferico del manufatto può essere realizzato anche con i rami flessibile della ginestra odorosa (Spartium junceum). Questi materiali sono particolarmente indicati perché resistenti al calore presente nella camera superiore dei forni di campagna (caldana, localmente detta cielo, célo o céro) e appositamente concepita per l’essiccazione di fichi, uva, mandorle, castagne, verdura ecc., opportunamente stesi sui graticci.

Usi agro-silvo-pastorali: la pianta è considerata un buon foraggio per nutrire le bestie.

Usi voluttuari: molti anziani ricordano l’uso dei rami che opportunamente essiccati venivano fumati alla stregua delle normali sigarette, così pure le foglie secche e triturate (Capoliveri).

Toponimi elbani, attuali e passati: Viticcio (Portoferraio, taluni lo fanno riferire, erroneamente, alla vite – Vitis vinifera).

Pubblicato in Piante medicinali
Venerdì, 17 Settembre 2021 16:30

Iperico

Nome scientifico: Hypericum perforatum

Denominazione locale: bergamo, iperico, perago, erba di San Giovanni

Usi medicinali: antinfiammatorio, antigastralgico, antiemorroidario, depurativo, lenitivo, spasmolitico, vulnerario Osservazioni: a Rio nell’Elba e a Capoliveri, dai fiori, messi a macerare, per circa un mese, in olio d’oliva, si ottiene un oleito di colore rosso rubino ottimo per trattare le scottature e le ustioni, per lenirne il dolore, per sfiammare e per stimolare la cicatrizzazione. Il decotto delle sommità fiorite è bevuto come analgesico e spasmolitico in caso di gastralgie e coliche epatiche (Rio nell’Elba, Rio Marina, Cavo, Bagnaia, Nisporto, Nisportino), nonché come depurativo del sangue (Rio nell’Elba, Bagnaia). Il medesimo preparato, spesso ottenuto aggiungendo anche foglie e fiori di malva (Malva sylvestris), è usato sotto forma di lavanda vaginale in caso di processi infiammatori a carico degli organi genitali femminili (Rio nell’Elba, Bagnaia). Sempre a Bagnaia e a Rio nell’Elba, la letteratura etnobotanica locale, riferisce l’uso del decotto d’iperico, talvolta associato a fiori e foglie di sambuco (Sambucus sp.pl.) e somministrato in enteroclisma come antiemorroidario.

Uso cosmetico: a Rio nell’Elba e a Bagnaia il già ricordato decotto di iperico, con o senza malva, è usato a mo’ di lavanda vaginale per l’igiene intima femminile.

Pubblicato in Piante medicinali
Venerdì, 17 Settembre 2021 16:32

Tasso barbasso

Nome scientifico: Verbascum thapsus

Denominazione locale: tabaccaia, tasso, tasso-barbasso

Indicazione terapeutica: fluidificante, lenitivo, vulnerario

Osservazioni: nelle località di Cavo e Bagnaia (Rio nell’Elba) è noto l’uso del decotto di fiori, sotto forma di suffumigi, per esercitare un’azione mucolitica sui catarri bronchiali, mentre a Sant’Ilario (Campo nell’Elba), col medesimo preparato, si trattano le piaghe per lenire il dolore e stimolarne la cicatrizzazione.

Usi voluttuari: in località Procchio, nel comune di Marciana, gli anziani si ricordano l’uso delle foglie come succedaneo del tabacco.

Pubblicato in Piante medicinali
Venerdì, 17 Settembre 2021 16:59

Ginestra spinosa

La Ginestra spinosa (Calicotome spinosa) è un arbusto dai rami spinosi e intricati, può raggiungere 2 m di altezza. Foglie trifogliate, composte cioè da tre foglioline ovali. I fiori ricoprono la pianta da inizio primavera a tarda estate e avvolgono con il loro dolce profumo interi versanti. Le spine presenti sui rami sono lunghe e acuminate, provocano punture dolorose a causa della presenza di alcaloidi. E' la ginestra tipica dei versanti più assolati caratterizzati da ambienti caldo-aridi. E' presente come specie dominante in stadi evolutivi intermedi della Macchia Mediterranea tra gli stadi più degradati delle macchie basse e le formazioni forestale quali le leccete: macchie alte a dominanza di lentisco e ginestra spinosa, localizzate in aree limitate a quote medio-basse e le macchie medie a dominanza di cisto marino e ginestra spinosa, diffuse nel Comune di Campo nell'Elba a nord di S. Ilario, Cavoli e Fonza.

Pubblicato in Macchia mediterranea
Venerdì, 17 Settembre 2021 18:44

Tasso

Il Tasso (Taxus baccata), detto anche Albero della Morte, è un arbusto o albero sempreverde che all'Elba difficilmente supera i 15 m di altezza, chioma largamente piramidale, espansa di colore verde scuro. Tronco eretto, tozzo, ramificato, talvolta diviso fin dalla base, in tal caso assume l'aspetto di un grande cespuglio. La corteccia è rossastra e si desquama in placche allungate. Le foglie sono aghiformi, appiattite, spesso piegate a falce, appuntite ma non pungenti, lunghe circa 3 cm, di colore verde scuro sulla pagina superiore e verde chiaro su quella inferiore, sono disposti in una fila singola e a pettine ai lati dei rametti della pianta, contengono la tassina, sostanza velenosa. La specie è dioica. Gli apparati riproduttori sono su piante diverse; quelli maschili sono riuniti in gran numero in piccoli coni globosi di colore giallo, quelli femminili sono solitari e verdognoli. Il frutto è un seme simile a una piccola noce inserito in un involucro carnoso di colore rosso (arillo) di circa 1 cm. Il seme è velenoso mentre la polpa è commestibile e di sapore dolce gradevole. Fiorisce a febbraio. Si tratta di una pianta rara allo stato spontaneo in toscana, è presente all'Elba con poche centinaia di esemplari racchiusi in un'area piuttosto ristretta a nord del crinale del massiccio del Monte Capanne delimitata ad ovest da Monte di Cote, ad est da Masso alla Quata e a nord dalla Valle della Nivera. Si tratta di un cosiddetto albero relitto, residuo di una foresta presente diversi milioni di anni fa nell'era terziaria quando il clima era completamente diverso. Nei pressi de Le Calanche è presente un esemplare secondo alcuni millenario inserito nell'elenco degli alberi monumentali della Regione Toscana.

Pubblicato in Montagna elbana
Venerdì, 17 Settembre 2021 18:56

Sughera

La sughera (Quercus suber) è un albero sempreverde alto non più di 15-20 m con chioma globosa, spesso irregolare, di colore verde cupo. Ha tronco sinuoso, diviso e biforcato in rami tortuosi e contorti, con una spessa corteccia biancastra profondamente screpolata, rossastra all'interno. Le Foglie sono ovate, di colore verde scuro lucido sulla pagina superiore, grigio tomentose su quella inferiore a margine spesso revoluto, liscio o dentato e pungente, specialmente nelle parti basse della pianta. Come tutte le querce ha infiorescenze maschili raccolte in ciuffi, giallastre, pendule, mentre quelle femminili sono all'ascella delle foglie. Fiorisce in aprile-maggio. I frutti sono ghiande (2-3 cm) con punta breve e cupola conica, avvolgente, caratterizzata da squame grigio tomentose. In origine la sughera formava, insieme al leccio, boschi misti. L'uomo, però, nel corso dei secoli, ha favorito lo sviluppo di boschi di boschi dominati da questa specie per raccoglierne la corteccia; per questo non si trovano estese formazioni boschive, ma solo boschetti isolati distribuiti essenzialmente nella parte centrale fra Portoferraio e Porto Azzurro e nella zona attorno a Capoliveri. La sughereta non offre spesso una copertura densa e costante per cui nel sottobosco sono presenti specie tolleranti all'ombra, arbustive ed erbacee. La sughera presenta esigenze ecologiche di maggiore umidità rispetto al leccio, all'isola d'elba sembra mal tollerare i substrati rocciosi e i terreni in pendenza. Un tempo la corteccia veniva asportata periodicamente ogni 9-10 anni lasciando a nudo il tronco dal caratteristico colore rugginoso. Il sughero era impiegato dai pescatori per i galleggianti delle reti e dagli agricoltori per farne tappi per i contenitori vinari.

Pubblicato in Montagna elbana
Venerdì, 17 Settembre 2021 19:00

Leccio

Il Leccio (Quercus ilex) è una sclerofilla, albero sempreverde con foglie dure e coriacee, persistenti anche nella stagione invernale che raggiunge i 25 m di altezza, si trova spesso in forme arbustive e cespugliose. La chioma è globosa, espansa, di colore verde intenso. Tronco eretto e robusto presto diviso in grosse branche La corteccia, grigia e liscia da giovane, nei vecchio alberi è screpolata in piccole placche pressochè quadrate. Si tratta di una sclerofilla, quindi caratterizzato da foglie dure e coriacee, persistenti anche nella stagione invernale, dalla lamina molto variabile nella forma e nelle dimensioni. Le foglie hanno infatti margini dentellato spinosi nei giovani soggetti, intere negli alberi adulti; il lembo è lucido nella parte superiore mentre la pagina inferiore è bianco-cotonoso. Tipico albero mediterraneo, è la formazione forestale maggiormente rappresentata su tutta la superficie dell'isola. Si trovano tre tipologie di bosco di Leccio in ognuna delle quali sono presenti piante adattate alle diverse altitudini e alla diversità climatica tra il versante settentrionale e meridionale. La lecceta è la cosiddetta fase climax della Macchia mediterranea. Si tratta della forma più evoluta di vegetazione minacciata fin dall'antichità dai tagli boschivi e più recentemente dalle attività pastorizia e dagli incendi dolosi.

Pubblicato in Montagna elbana
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