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Dopo l’eradicazione del ratto a Montecristo 600 giovani berte minori stanno per spiccare il volo

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La berta minore (Puffinus yelkouan) è un raro uccello marino del Mediterraneo e  il ratto nero è uno dei suoi nemici maggiori. La campagna di eradicazione del ratto nero a Montecristo degli scorsi mesi ha dato benefici effetti e le berte hanno ripopolato  i loro nidi. Sono stati contati circa 600  esemplari che stanno per spiccare il volo.

Grazie al progetto coordinato dal Corpo Forestale dello Stato, a cui hanno collaborato il Parco Nazionale Arcipelago Toscano, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) e la NEMO S.r.l., l'operazione di eliminazione del ratto nero da Montecristo ha dato i risultati sperati.

Dopo pochi mesi dalla realizzazione dell'intervento, infatti, per la berta minore, è iniziata una nuova vita senza il temuto predatore.  Decine di pulcini hanno abbandonato il nido per affrontare il loro primo volo, contribuendo, per la prima volta dopo centinaia di anni, ad incrementare il nucleo delle 700 coppie nidificanti sull'Isola. I dati hanno accertato un successo riproduttivo pari al 95 %, elevatissimo, per una specie che produce un solo piccolo l’anno. 

L'assenza dei ratti ha favorito un altro evento straordinario: nuovi aspiranti riproduttori, hanno visitato l'Isola in numero molto superiore rispetto a quanto osservato in passato e questo fa ben sperare. Nonostante che la  certezza dell'eliminazione completa del roditore possa essere confermata solo tra diversi mesi, già da adesso l'operazione ha fornito risultati importantissimi, in gran parte previsti dai tecnici al momento della progettazione dell'intervento.

 

Come la inattesa scoperta della nidificazione della Berta maggiore, il sensibile aumento del Succiacapre e l’aumento della disponibilità alimentare di frutti graditi a specie migratrici come il Beccafico, la Capinera e il Rigogolo.

E' stata confermata anche la presenza riproduttiva del Gheppio e del Falco pellegrino e i sopralluoghi primaverili hanno confermato che le popolazioni di anfibi e rettili non hanno risentito negativamente della operazione.

 “Ho visto i dati del monitoraggio -a detto il Presidente del Parco Giampiero Sammuri - Un bel lavoro di squadra tra i tecnici del Parco, del Corpo forestale dello Stato, ISPRA e NEMO. Un risultato eccellente per la difesa e la conservazione della biodiversità  su un’Isola che conosco e amo da sempre”

 

 

Foto Antonio Roncolini

 

Per chi vuole approfondire

 

La Berta Minore. Ormai la storia di questo uccello marino è nota, ma forse non lo è il fatto che recentemente la berta minore sia stata  trasferita nella categoria Vulnerabile delle specie presenti nella Lista Rossa della IUNC (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura). Quindi il nuovo contingente di giovani nati a  Montecristo potrà contribuire alla sopravvivenza globale della specie. I controlli dei nidi effettuati negli anni scorsi avevano evidenziato un successo riproduttivo nullo; oggi è stato accertato un successo riproduttivo pari al 95 %, elevatissimo per una specie che produce un solo piccolo per anno. L'assenza dei ratti ha favorito un altro evento straordinario: nuovi aspiranti riproduttori, i cosiddetti prospectors”, ovvero animali immaturi che ispezionano i luoghi dove poi deporre, hanno visitato l'Isola in numero molto superiore rispetto a quanto osservato in passato.  Nonostante che la  certezza dell'eliminazione completa del roditore possa essere confermata solo tra diversi mesi, già da adesso l'operazione ha fornito risultati eccezionali, in gran parte previsti dai tecnici al momento della progettazione dell'intervento.

Inattesa  invece  è stata la scoperta nel 2010, confermata proprio quest'anno, della nidificazione della Berta maggiore, anch'essa  minacciata dalla presenza dei ratti. La presenza di questo uccello  rappresenta un’ulteriore conferma dell’importanza dell’operazione di eradicazione in termini di potenziale aumento a lungo termine di una seconda specie di Procellariformi.

É stato registrato inoltre un sensibile aumento del Succiacapre, altra specie favorita dall'eliminazione  del roditore. Senza il ratto la disponibilità alimentare dei frutti di specie vegetali precedentemente consumati, è aumentata, a beneficio di specie migratrici come il Beccafico, la Capinera e il Rigogolo.

Anche il monitoraggio  effettuato dall’ISPRA dei possibili effetti collaterali su altre specie non bersaglio è incoraggiante. E' stata confermata la presenza riproduttiva del Gheppio  e del Falco pellegrino. Per le specie  più a rischio di intossicazione, la Capra ed il Gabbiano reale, dati preliminari escludono pericoli per la loro vitalità.  Per  quanto concerne la Capra, dati certi potranno essere disponibili dopo il censimento annuale previsto a fine estate; comunque  l'avvistamento di diversi individui e la presenza degli animali precedentemente traslocati in un'area recintata esclusa dall'intervento, suggeriscono che non esista alcun pericolo  per la specie. Il Gabbiano reale, unica specie non minacciata ed in aumento fra gli uccelli marini, competitore per  il Gabbiano corso  e causa di degrado per habitat e comunità delle piccole isole, è sempre presente in numero rilevante. Un recente censimento  ha rilevato la nidificazione di circa 600 coppie; la consistenza del nucleo, confrontata con le stime degli ultimi 10 anni in cui il contingente nidificante oscillava tra le 800 e 1800 coppie, è in ogni caso notevole.   

Sopralluoghi primaverili hanno confermato che le popolazioni di anfibi e rettili non hanno risentito negativamente; lucertole,  biacchi, vipere e discoglossi sardi (unico anfibio dell'Isola) sono stati rinvenuti durante conteggi standardizzati e in particolare quest’ultima specie è stata osservata in quasi tutte le pozze d'acqua ispezionate.

 

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