Cura dei castagneti da frutto elbani
Il progetto è frutto di un accordo pubblico siglato nel 2014 tra la Provincia di Livorno, il Comune di Marciana, l’Associazione Città del Castagno ed il Parco con il chiaro intento di intervenire attivamente nella cura del patrimonio forestale e promuovere la cultura legata alla lavorazione della castagna. Questo progetto si pone come obiettivo quello di salvaguardare i castagneti elbani la cui presenza è minacciata dall’infestazione di cinipide galligeno. Le attività previste sono rappresentate da azioni di programmazione, realizzazione e valutazione, secondo protocolli sperimentali, di interventi colturali finalizzati alla conservazione e al miglioramento dei castagneti da frutto in un ottica multifunzionale. Non essendo possibile procedere all’eradicazione dell’insetto nocivo gli interventi mirano alla riduzione del danno arrecato dal cinipide. Parte integrante del progetto sono le iniziative di diffusione della conoscenza sul castagno, sulle pratiche colturali e sulle problematiche fitosanitarie e di trasferimento dei risultati delle principali sperimentazioni e delle innovazioni tecniche che da esse derivano. Gli interventi colturali saranno prioritariamente indirizzate verso i castagneti da frutto che prima dell’infestazione di cinipide rivestivano ancora una funzione produttiva mentre le azioni di monitoraggio riguarderanno più in generale i soprassuoli puri o a prevalenza di castagno (anche se rappresentati da nuclei di ridotta estensione).
Grazie al finanziamento di € 20.000 deliberato dall’Ente Parco, il progetto è in corso d’opera sul territorio elbano. A partire dal 2014 sono state condotte campagne di lancio di Torymus sinensis l’insetto antagonista dal pericoloso cinipide che ha infestato i castagneti di tutt’Italia. Gli alberi oggetto di cura e monitoraggio sono presenti non solo sul territorio marcianese, ma si trovano anche nei comuni di Capoliveri e Rio nell’Elba. L’insetto antagonista a tutt’oggi risulta presente nei castagneti dell’Elba a Sotto la supervisione degli esperti del GESAAF i volontari dell’Associazione Pedalta hanno realizzato 150 innesti: la riuscita dell’attività è testimoniata dalla percentuale di attecchimento che è risultata superiore al 90%. Durante la stagione vegetativa sono state condotte le cure colturali con eliminazione dei ricacci sui porta innesti e il controllo della competizione esercitata dalle ceppaie vicine a quelle innestate. Ogni ceppaia è stata contrassegnata con targhetta metallica per permettere in futuro l’attività di monitoraggio.