• delfini

Derattizzazione dell'Isola di Giannutri

L'azione è stata attivata nel corso del 2005, quando sono state raccolte le informazioni scientifiche necessarie per la definizione dell'intervento di derattizzazione dell'Isola. In particolare:
• distribuzione e abbondanza dei ratti, esame delle specie "non bersaglio", esame delle specie potenzialmente minacciate da avvelenamento secondario;
• definizione del programma operativo dell'intervento di eradicazione dei ratti.
I sopralluoghi avevano confermato che il Ratto nero (Rattus rattus) era presente a Giannutri, ed era diffuso e abbondante su tutta l'isola. Nel periodo primaverile-estivo, almeno apparentemente, le maggiori densità si riscontravano lungo la fascia costiera, in corrispondenza delle colonie di Gabbiano reale (Larus michahellis). Per quanto riguarda l'esame delle specie "non bersaglio", è stato attentamente valutato il rischio di avvelenamento diretto, per le specie che potevano cibarsi delle esche rodenticide, e quello indiretto, per le altre che si nutrivano di animali potenzialmente contaminati. La stagione di intervento, le caratteristiche degli erogatori e la tipologia di esche adottate (blocchi paraffinati) escludevano o rendevano minimi i rischi per rettili, uccelli e mammiferi domestici o selvatici (conigli).

Il rischio di avvelenamento diretto di specie non bersaglio poteva essere causato solo dalle modeste quantità di esche che i ratti riuscivano a portare al di fuori dagli erogatori. Tale rischio, evidentemente minimo, riguardava sostanzialmente solo il coniglio selvatico, specie introdotta dall'uomo nel nostro Paese e abbondantissima a Giannutri. Seppur molto improbabile, non era possibile escludere il caso che eventuali cani (nonostante gli obblighi da parte dei relativi proprietari di tenere sotto controllo il domestico), potessero nutrirsi delle esche rinvenute per terra. Rettili e uccelli, così come i gatti, non sono attratti dalle esche utilizzate. L'avvelenamento indiretto o secondario è un evento piuttosto raro anche nei casi in cui vi siano specie che basano la loro dieta in massima parte sulle specie bersaglio. A Giannutri le specie che potevano nutrirsi di ratti contaminati erano poche: il biacco (Hierophis viridiflavus), sporadicamente l'abbondantissimo Gabbiano reale, oltre ad alcune specie di rapaci diurni e notturni presenti esclusivamente o prevalentemente durante le migrazioni, come l'Albanella reale (Circus cyaneus) e il Gufo comune (Asio otus). È evidente come tali effetti indesiderati, se esaminati rispetto ad un obiettivo generale di tutela della biodiversità, siano sembrati irrisori se confrontati ai benefici attesi a carico di specie minacciate.

Nel novembre 2005 è stato realizzato un intervento sperimentale di trappolamento dei ratti, finalizzato alla valutazione della loro abbondanza relativa nei diversi tipi di vegetazione. Ciò ha permesso di confermare che il ratto era abbondantissimo sull'isola, in tutte le tipologie di vegetazione. Il trappolamento è stato effettuato lungo 8 transetti di 100 m ciascuno, mediante l'utilizzo di cosiddette "trappole killer", disposte una ogni 10 m di transetto (80 trappole). I transetti sono stati disposti nei principali ambienti dell'isola (2 per tipologia): macchia alta/lecceta, macchia alta e boscaglia a ginepro fenicio, macchia bassa, zone costiere con vegetazione discontinua. Le catture sono state effettuate per 4 notti consecutive; complessivamente sono stati catturati 129 esemplari di Rattus rattus. Sulla base del tasso di decremento delle catture è stata stimata, in modo empirico, la densità di ratti sull'isola: circa 43 indd/ha, decisamente elevata per questa specie. Il programma di derattizzazione vero e proprio è stato effettuato distribuendo esche rodenticide (principio attivo: Brodifacuom) con l'utilizzo di appositi erogatori, accessibili ai ratti ma non a specie di dimensioni maggiori. Le attività, iniziate nel Gennaio 2006, con il posizionamento di 1000 erogatori caricati ciascuno con 600 g di esche, sono state realizzate su tutta l'isola secondo una griglia di lato 50 m. Sono stati effettuati controlli ripetuti con sostituzione di esche fino a aprile 2007. Il consumo totale di esche rodenticide, sommando quello rilevato nel corso di tutti i controlli, è di circa 3,8 kg per ettaro. Ipotizzando, in modo del tutto empirico, un consumo di ca. 70 g di esca per ogni ratto, risulterebbe una densità di ratti pari a ca. 54 indd/ha, quindi coerente con quella stimata in base alla campagna di trappolamento (43 indd/ha). La popolazione iniziale poteva essere quindi compresa fra 10.000 e 13.000 individui.

Al momento è attivo un piano di monitoraggio mediante 25 erogatori posizionati in luoghi strategici; questo intervento è realizzato nell'ambito di un protocollo sottoscritto dal Parco Nazionale e dal Consorzio Isola di Giannutri. Saranno necessari un paio di anni senza rilevare tracce del roditore per avere la certezza della buona riuscita dell'intervento.
Relativamente agli effetti di avvelenamento diretto e indiretto, è possibile stimare complessivamente la morte fino a un centinaio di individui di Gabbiano reale e singoli individui di alcune specie di rapaci. Non vi sono stati problemi per i pochi cani e gatti domestici presenti, grazie alla diffusione di informazioni delle attività in corso presso le persone che risiedevano sull'Isola.

GALLERIA FOTO 
Ratto dentro una trappola 
Erogatore aperto con esca parzialmente consumata 
Posizionamento cartelli di avviso campagna di cattura  
Operai al lavoro 1  
Operai al lavoro 2 
Nastri di identificazione degli erogatori  
Erogatore posizionato sulla costa  
Contenitori con esche rodenticide

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