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Come sono state introdotte e come si diffondono?

Le specie aliene vengono introdotte dall’uomo volontariamente o accidentalmente e, nella maggior parte dei casi, non danno luogo a diffusione spontanea di nuovi individui nati a partire dagli esemplari introdotti. In alcuni casi, invece, la specie introdotta riesce a diffondersi.

Una su 100 ce la fa!

Stando ai dati globali sulla diffusione delle specie aliene nel mondo, emerge una “regola” empirica secondo la quale su 100 specie introdotte, 10 si naturalizzano e 1 diviene invasiva.

L’introduzione volontaria molto spesso avviene attraverso l’importazione di specie per scopi alimentari (basti ricordare, ad esempio, le introduzioni dal Sud America di molte Solanaceae, tra cui il pomodoro e la patata, che non hanno dato luogo a invasioni; ma anche quella più recente del gambero rosso della Lousiana, introdotto dal Nord-America, che dimostrato invece una grande capacità invasiva).

Molte specie vengono introdotte anche per scopi ornamentali (ad esempio, tra quelle invasive, il fico degli Ottentotti dal Sud Africa o l’agave dal Nord-America).

Altre introduzioni volontarie dall’esito quasi sempre nefasto sono quelle effettuate per scopi sportivi (caccia e pesca) ed interessano spesso grandi mammiferi (es. cinghiale e muflone) e molte specie di pesci d’acqua dolce. Molte specie aliene sono introdotte più o meno volontariamente anche per motivazioni generate dalla scarsa conoscenza di questo problema da parte dell’opinione pubblica, come ad esempio avviene per la testuggine palustre americana, normalmente detenuta in acquari e vasche dei giardini e poi spesso liberata in ambienti naturali.

L’introduzione involontaria o accidentale avviene attraverso le modalità più disparate e interessa più spesso organismi di piccole dimensioni, soprattutto insetti ma anche molluschi, piante, alghe, funghi, virus e batteri. Ciò accade, ad esempio, attraverso:

  • il trasporto e la commercializzazione di prodotti orticoli, fieno, legna da ardere, imballaggi di legno, materiale edile;
  • il trasporto di animali vivi a scopo alimentare che possono veicolare altri organismi;
  • gli aerei, le navi mercantili e barche da diporto, che possono veicolare inconsapevolmente insetti, piccoli mammiferi, oppure molluschi fissati alla carena;
  • le acque di zavorra delle navi di grandi dimensioni;
  • lo smaltimento abusivo di piante da giardino.

Il trasporto del legname

La legna da ardere, i tronchi da falegnameria o, più in generale, il commercio di piante possono risultare vettori di agenti patogeni per le specie indigene. Molte delle infestazioni di funghi e insetti avvenute negli ultimi decenni in Italia, provocando estese morie delle piante dei nostri boschi, sono causate proprio da specie aliene provenute da materiale vegetale importato. Tra i casi più recenti, ricordiamo la cocciniglia del pino marittimo e il punteruolo rosso delle palme.

Giardinaggio responsabile

Sempre più specie di piante aliene invasive si diffondono attraverso il commercio e la piantumazione a scopi ornamentali. E’ importante conoscere quali sono le specie esotiche e, tra queste, quelle invasive, evitandone l’acquisto e la diffusione (per saperne di più visita la sezione per i giardinieri). Anche lo smaltimento di queste specie, qualora detenute in giardino, è un’operazione delicata e deve essere sempre eseguita in modo da non provocarne la diffusione in ambienti naturali, ad esempio riconsegnandola al rivenditore o smaltendola al pari degli altri rifiuti organici in cassonetti differenziati.

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