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Gara di enduro nel Parco: Sammuri risponde alla seconda nota di Legambiente

 

2-Giampiero_Sammuri

 

 

 

 

Purtroppo devo prendere atto che evidentemente sto invecchiando e non riesco più ad essere chiaro come una volta. Infatti non mi era mai successo, nella mia lunga attività di amministratore, che mi si scrivesse una lettera, che io rispondessi e che, da parte degli stessi interlocutori, me ne tornasse indietro un’altra sullo stesso argomento con la chiara dimostrazione che non si era capito cosa avevo detto. Ci riprovo in modo più schematico

 

  1.  Non ho la volontà di riclassificare le strade all’interno del parco, anche perché questa competenza non è del parco stesso. Ho semplicemente detto che nel regolamento va recuperato il fatto che oggi la circolazione è libera su tutte le strade ed invece è opportuno regolamentarla. In più ho aggiunto che questo può avvenire anche declassando delle strade a sentieri, di concerto con i comuni perché di fatto sono loro che hanno il potere di farlo.
  2. La “singola moto” per passare nei tratti di strada all’interno del parco nei quali è stata autorizzata la gara non ha bisogno di alcuna autorizzazione, anzi se ogni giorno ci passano migliaia di moto andando avanti ed indietro possono farlo tranquillamente, visto che il piano del parco lo consente.
  3. Non conosco pareri negativi espressi da presidenti e direttivi precedenti e peraltro la concessione di un nulla-osta non è nemmeno una competenza del presidente e del consiglio, ma del Direttore.  Ma la domanda sorge spontanea: se la volontà era quella di vietare le gare di moto perché i consigli direttivi non hanno approvato nel piano una norma semplicissima “all’interno del parco sono vietate le gare di moto”. Lo poteva legittimamente fare (quella si che era una sua competenza) e questo carteggio non sarebbe mai esistito. Come poteva anche dire che su alcuni tratti di strada non possono passare moto o auto o pullman o biciclette. Si può addirittura impedire l’accesso pedonale, figuriamoci ai veicoli…
  4. E’ vero che il parco aveva la possibilità di negare l’autorizzazione alla gara, ma stante il piano del parco vigente, il direttore che firmava il diniego poteva rendere nullo l’atto che firmava e/o commettere un reato. Infatti se il diniego avveniva per la salvaguardia di habitat e specie si incorreva nella “carenza di motivazione” visto che è difficile sostenere che  una gara di un giorno, con un numero di moto definite, può produrre un danno maggiore di quello che possono produrre negli altri 364 giorni dell’anno un numero di moto indefinito, oltreché quello di qualunque altro mezzo a motore sull’identico tracciato. Il reato invece è quello che si chiama “abuso di potere”, che in parte si interseca con la carenza di motivazione e per dirla in parole povere si ha quando la la pubblica amministrazione nega ad un cittadino una cosa che sarebbe invece possibile, appunto abusando del suo potere.
  5. Da verifica fatta con gli uffici non è stato autorizzato per la gara nessun tratto di strada con divieto di accesso, anche perché, ai sensi del piano del parco, non ne esiste neanche una.
  6. La valutazione d’incidenza si fa all’interno dell’atto pianificatorio, in questo caso al piano del parco. Se in uno strumento di programmazione si pianifica la costruzione di una strada in un area natura 2000, è in quel momento che si fa lo studio d’incidenza, non quando la strada è finita e la macchine cominciano a passarci. Ripeto, il piano del parco consente su ogni strada il passaggio di veicoli a motore e la valutazione d’incidenza è stata fatta sul piano che conteneva questa norma. Richiedere uno studio d’incidenza ad un privato, dopo che già l’aveva fatto il parco per una norma ben più estensiva sicuramente riportava nella direzione del punto 4.
  7. Il fatto che apre come dite voi “un pericoloso precedente” non è l’autorizzazione a questa gara ma, se voi lo considerate pericoloso, è la norma del piano che consente la circolazione su tutte le strade è per questo che la gara non è autorizzata su “aree ad oggi precluse”.
  8. Sono proprio le forze dell’ordine che sollecitano una maggiore chiarezza regolamentare su questo punto, anche perché quando si fa un verbale può esserci un sanzionato che paga anche se ha ragione ed un altro che invece fa ricorso...
  9. Il parco nel rilasciare l’autorizzazione, non ha ascoltato “solo gli organizzatori” e tantomeno gli “sponsor politici” che, almeno io, non so neanche chi siano. Ha semplicemente ricevuto una domanda di nulla-osta, ed ha operato secondo le norme vigenti.

Detto questo, se non sono riuscito a spiegarmi nemmeno stavolta, mi arrendo, di più non riesco a fare. Nel caso però sono disponibilissimo ad un incontro, forse a voce ci si capisce meglio. Comunque mi sembra un utile confronto, visto che la regolamentazione del traffico sulle strade all’interno del parco sarà un punto importante da affrontare all’interno del regolamento

 

19 marzo 2013

Giampiero Sammuri

 

_________________________

Gli scambi precedenti

 

Gara di enduro nel Parco: la risposta del Presidente Sammuri non convince

Prendiamo atto con piacere della volontà del Presidente Sammuri di rivedere la classificazione di alcune strade all’interno del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, ma la sua risposta non ci convince per diversi aspetti:

1)            Come hanno scritto Nicoletti e Mazzantini non si trattava di autorizzare il semplice passaggio di singole moto all’interno del Parco Nazionale, ma di dare il nulla-osta ad una gara, il Parco aveva tutto il potere (e secondo noi il dovere) di negarlo, invece lo ha concesso,  non tenendo conto dei precedenti pareri negativi espressi da presidenti e direttivi del Parco Nazionale che si basavano sugli stessi documenti citati da Sammuri;

2)             Secondo le cartografie in nostro possesso, anche se è vero che il parco ha negato l’accesso ad un tratto molto delicato (Forcioni – Santa Rita), è stato concesso alla gara motoristica di percorrere strade sterrate anche chiuse al traffico con tanto di divieto di accesso. CI chiediamo come sia possibile dare una simile deroga all’interno di un’Area Protetta;

3)             E’ evidente che la Valutazione di incidenza nei Siti di interesse comunitario e nelle Zone di protezione speciale percorse dalla gara di motocross non poteva essere inclusa in un Piano del Parco che non prevede tali manifestazioni motoristiche, così come è evidente che la Valutazione di incidenza avrebbe dovuta essere a carico degli organizzatori della gara che non l’hanno  presentata. La cosa strana  è semmai che il Parco nazionale non l’abbia chiesta.  

4)            E’ evidente che questo nulla-osta e le motivazioni con le quali viene giustificato, aprono un pericoloso precedente e consentono il passaggio in aree fino ad oggi precluse e dove addirittura i motocrossisti sono stati multati dalle forze dell’ordine. Forse il Parco Nazionale avrebbe fatto bene a non ascoltare solo gli organizzatori ed i loro sponsor politici prima di concedere un nulla-osta del genere.

 

18.3.2013

comunicato di Legambinete

 

 

 

 

La risposta del Presidente Sammuri a Legambiente su "Gara di enduro nel Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano e in aree SIC/ZPS"

 

Ho letto con molta attenzione la nota inviata da Legambiente, relativa alla gara di enduro prevista all’isola d’Elba per il 25 di Marzo. Conoscendo personalmente la competenza dei due firmatari nel campo della normativa ambientale, inizialmente ho avuto il dubbio che potessimo aver sbagliato qualcosa nella gestione dell’iter autorizzativo della manifestazione. Peraltro, avendo analoga fiducia nelle competenze degli uffici del parco e del locale CTA, ho riletto con più attenzione la nota ed ho capito cosa aveva portato fuoristrada (è proprio il caso di dirlo) anche due esperti come Nicoletti e Mazzantini.

Infatti, le considerazioni nella nota, peraltro corrette e condivisibili, riguardano in buona parte normative o lettere (come quella del Capo del Corpo Forestale dello stato) che attengono alla circolazione e/o  alle gare di moto fuoristrada. È evidente che i firmatari non si sono informati presso gli uffici del parco ed hanno pensato che avessimo autorizzato attività motoristica fuoristrada. In realtà questo non è avvenuto perché il discrimine è stato proprio quello di autorizzare la gara, all’interno del parco, solo su strade e non fuori. Infatti, alcuni tratti proposti dagli organizzatori, a seguito di controlli cartografici e di sopralluoghi puntuali condotti dal CTA e dai nostri uffici, non sono stati autorizzati in quanto non ricadenti su strade.

E utile ricordare, non certo per i firmatari che lo sanno benissimo, ma per i meno addetti ai lavori, che la circolazione sulle strade, ai sensi del codice della strada è consentita, salvo specifiche limitazioni segnalate sul posto, a qualunque veicolo a motore. Detto questo, quando una strada, perde le caratteristiche che visivamente la fanno individuare come tale e, oltretutto, è all’interno di un parco e di aree natura 2000 è forse utile limitare ed in alcuni casi vietare totalmente il traffico veicolare. La domanda susseguente è, posto che le limitazioni le può porre il titolare della strada (Stato, Provincia o Comune a seconda dei casi) lo può fare anche un parco? La risposta è si, certo che lo può fare. Infatti nel parco della Maremma, che, come è noto ho presieduto per 12 anni, ci sono strade asfaltate larghe 4 metri che sono totalmente chiuse al traffico veicolare con esclusione dei mezzi di servizio e di soccorso, non parliamo di quelle sterrate. Addirittura una strada provinciale è stata chiusa da una sbarra, con conseguente regolamentazione molto severa, prima di essere trasferita al parco stesso. Come si fa questa regolamentazione? Con gli strumenti che ha un parco: il piano e il regolamento. Il parco nazionale dell’Arcipelago il regolamento non lo ha e nel piano nelle zone B all’articolo 18.2 comma l vieta “il transito dei mezzi motorizzati sui sentieri, fuori dalle strade statali, provinciali, comunali,vicinali gravate dai servizi di pubblico passaggio, e private”. È chiaro cosa vuol dire (anche a persone meno esperte dei due firmatari) il parco ha consentito il transito dei mezzi motorizzati sulle strade e fuori no.

Altro punto interessante è quello relativo alla eventuale necessità di valutazione d’incidenza per una gara. Il richiamato  D.P.R. 357/97 prevede all’art.5 che:

“I proponenti di piani territoriali, urbanistici e di settore, ivi compresi i piani agricoli e

faunistico-venatori e le loro varianti, predispongono..uno studio per individuare e valutare gli effetti che il piano puo' avere sul sito, tenuto conto degli obiettivi di conservazione del medesimo”

Si è molto dibattuto, con autorevoli posizioni diverse, sul fatto che un piano del parco debba essere sottoposto anch’esso a studio d’incidenza. I sostenitori della non necessità partono dal presupposto che il piano di un parco ha proprio la finalità della conservazione e quindi sarebbe un controsenso valutare se incede negativamente. Mi sembra una posizione con buone motivazioni, ma inutile nel caso dell’arcipelago toscano, che invece lo studio d’incidenza sul piano lo ha fatto. Io l’ho letto con attenzione e non ho trovato nessun riferimento di cautela per la circolazione sulle strade ed è ovvio che sia così, altrimenti non sarebbe stato possibile approvare il piano con l’articolo 18.2 comma l.

Tutto questo è per spiegare qual è l’attuale situazione normativa all’interno del parco e per sottolineare che il Parco e il CTA –CFS non hanno fatto altro che prendere atto di quando disposto dal Piano del Parco approvato e della normativa vigente. Se poi mi si domanda se, a mio giudizio, è giusto che non ci sia nessuna limitazione alla circolazione sulle strade all’interno del parco, anche su quelle che, pur classificate tali di strada hanno ben poco, la mia risposta è semplice: no, per me non è giusto. Penso quindi che in sede di approvazione di regolamento questo aspetto vada approfondito e recuperato, magari anche declassando, di concerto con i comuni, alcune strade a sentieri. Il mio impegno sarà proprio in questo senso.  

 

Giampiero Sammuri

 

 

ecco la lettera di Legambiente

 

li. 15 marzo 2013

Al Presidente del

Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano

Loc. Enfola 1

57037 Portoferraio (LI)

 

Oggetto: Gara di enduro nel Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano e in aree SIC/ZPS

 

Egregio Presidente,  

il 25 marzo si terrà all’Isola d’Elba una gara di enduro il cui percorso interesserà anche il territorio del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, Siti di interesse comunitario (Sic), Zone di protezione speciale (Zps) di Rete Natura 2000. Si tratta di strade a volte chiuse al traffico ordinario e  di una gara motoristica che contrasta con quanto previsto dalla legge quadro 394/91 e dallo stesso Dpr istitutivo dell’Area Protetta  e che è comunque sottoposta a nulla-osta del Parco, tanto che il Direttivo dell’Ente Parco nel 2012 non concesse il nulla-osta all’attraversamento di aree nelle quali oggi viene consentito il passaggio.

Il tutto mentre cittadini ed escursionisti continuano a segnalare il motocross selvaggio lungo la sentieristica del Parco Nazionale da parte di squadre organizzate di motociclisti italiani e stranieri.

Quel che appare molto strano e preoccupante è che ciò che non è stato possibile negli anni passati si consenta oggi, infatti non si tratta di un semplice transito su strada di un singolo motociclista ma dell’autorizzazione di una gara motoristica in zona B di un Parco che deve comunque concedere o meno il nulla-osta allo svolgimento di attività sportive, qualunque sia la classificazione temporanea di una strada, basandosi sull’impatto ed il disturbo che la manifestazione produce sulla fauna, la flora, l’ambiente e la tranquillità dell’area protetta..

Il diniego del Direttivo del Parco nel 2012 si basava sulle decisioni degli anni precedenti e veniva rafforzato da una lettera inviata il 3 gennaio 2012 ai Comandi, Uffici,  Divisioni e Coordinamenti territoriali ambientali dei Parchi Nazionali,  dal Capo del Corpo Forestale dello Stato, Cesare Patrone, che scriveva:  “Si prende spunto da recenti episodi verificatosi in provincia di Arezzo,  che hanno posto all’attenzione generale il tema delle manifestazioni e gare motociclistiche fuoristrada in ambiente fuoristrada e montano, con particolare riferimento al contesto di aree della rete ecologica europea (Sic, Zps)”

Patrone ricordava che il Decreto Ministeriale 17.01.2007 del Ministero dell’Ambiente, “all’articolo 5, per le aree di rete Natura 2000prevede che regioni e province autonome pongano il divieto di circolazione motorizzata al di fuori delle strade, fatta eccezione per i mezzi agricoli e forestali, per i mezzi di soccorso, controllo e vigilanza, nonché ai fini dell’accesso al fondo e all’azienda da parte degli aventi diritto”, divieti che esistono già in parte del percorso di gara e che invece sembrano ignorati dall’autorizzazione di Parco ed altri Enti.

Patrone “rispetto al   fenomeno delle gare e manifestazioni fuoristrada”, richiama il Dpr 357/1997 e le successive modifiche “che per le aree di Rete Natura 2000 richiede la preventiva valutazione di incidenza per interventi non direttamente connessi e necessari al mantenimento di uno stato di conservazione soddisfacente delle specie e degli habitat presenti nel sito, ma che possono avere incidenze significative sul sito stesso, come è evidente attenga al  caso di una competizione di enduro di motocross”.

Ci chiediamo se gli organizzatori della gara motociclistica programmata all’Elba abbiano presentato tale valutazione di incidenza, sia per il percorso inizialmente proposto che per quello concordato con il Parco che attraversa comunque Zps e Sic.

Patrone ricorda anche un altro aspetto che sembra completamente ignorato dal Parco  Nazionale e dal Cfs e dal Cta dell’Elba: “Si dà atto, altresì, che le leggi regionali di settore pongono di norma limitazioni all’organizzazione di gare e manifestazioni fuoristrada in varie categorie di aree sensibili (parchi e riserve, foreste demaniali, zone soggette a vincolo paesaggistico, alvei di corsi d’acqua pubblici, parchi territoriali urbani ed altre aree dei sistemi regionali delle aree protette e siti Natura 2000) che portano ad escludere l’ammissibilità di eventi del genere in quei contesti”.

L’Ispettorato Generale Cfs aderisce all’intesa con la Federazione Motociclistica Italiana (FMI) e  i Comandi provinciali Cfs devono essere contattati preventivamente dagli organizzatori delle gare, Patrone chiede ai sui uffici di “esercitare in tali occasioni una opportuna azione di prevenzione, atta evidenziare possibili criticità dei percorsi proposti, ove questi interferiscano con emergenze naturalistiche, paesaggistiche, storiche e culturali, per la presenza di istituti di conservazione della naturale con attenzione a scongiurare disturbi alle specie animali nei periodi salienti dei rispettivi cicli biologici che suggeriscono di escludere determinate aree dall’interessamento della manifestazione”, sembra la descrizione delle zone B del Parco Nazionale e della Zps/Sic che invece verranno attraversate dalla gara in piena stagione migratoria e riproduttiva di molte specie protette. 

La lettera si concludeva con l’invito ai Capi dei CTA “A sollecitare, dove necessario, gli enti gestori dei Parchi nazionali, affinché i rispettivi regolamenti integrino sia il divieto di manifestazioni motoristiche di ogni genere, sia più stringenti misure di limitazione del transito fuoristrada ordinario, mediante un’attenta valutazione della viabilità secondaria presente nei parchi nazionali, come indicato agli artt. 2 e 3 del Nuovo Codice della Strada (D.Lgs. 30 aprile 1992, n. 285), che consideri lo stato di fatto di vicinali, mulattiere, carrarecce e sentieri ai fini della rispettiva destinazione ai soli transiti compatibili con la tutela del suolo e delle emergenze naturalistiche (vegetazionali e faunistiche), storiche e paesaggistiche dell’area protetta”.  

Ci si chiede come sia stato possibile che l’Ente Parco ed il CTA Cfs abbiano potuto ignorare tutto questo ed, in contrasto con le precedenti decisioni del Direttivo del Parco, autorizzare una gara priva di Valutazione di incidenza in aree Sic e Zps. 

 

Cordiali saluti

                                            Antonio Nicoletti

Responsabile  responsabile nazionale aree protette e biodiversità di Legambiente

                                            Umberto Mazzantini

                                            Responsabile nazionale isole minori di Legambiente 

 

 

 

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